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LA STORIA/ Bacoli/Kýmē : la piccola penisola bagnata dalle lacrime di Dedalo

LA STORIA/ Bacoli/Kýmē : la piccola penisola bagnata dalle lacrime di Dedalo
  • Pubblicato20 Luglio 2014

di Luigi Di Razza

BACOLI
Veduta dall’alto della città di Bacoli

BACOLI – Siamo a Cuma, piccola frazione del comune di Bacoli, fondata nel 740 a.C. dagli Eubei di Calcide prima di Ischia (Pithekoùssai, isola delle scimmie). Il nome, difatti, deriva proprio dal greco (Kýmē), “onda”, termine che si riferisce alla forma della penisola sulla quale è ubicata. Cuma, nel corso dei secoli, ha scritto da sola la sua storia, sviluppandosi sia dal punto di vista mercantile che militare, a tal punto che, quando Annibale tentò di conquistarla insieme a Puteoli intorno al 224 a.C., subì una sonora ed inaspettata sconfitta che danneggiò parte delle milizie cartaginesi. Cuma è stata davvero grande; ricca di storia, arte, cultura, ed oggi viene quasi dimenticata, trascurata dalle istituzioni competenti e, fatto quasi ancor più grave, parte dei residenti.

 

LA STORIA –  I turisti hanno sempre meno possibilità di visitarla per l’inefficienza dei trasporti locali, ma la splendida Cuma è ancora lì, e, per dirla tutta, del suo glorioso passato ci restano non pochi ricordi. L’Anfiteatro cumano; la Necropoli; le Terme del Foro, realizzate in epoca repubblicana (II sec.); “L’antro della Sibilla”, uno dei monumenti più singolari ed evocatori che si abbiano non solo in Italia, ma in tutto il territorio della civiltà mediterranea; la Necropoli danneggiata da clandestini e parzialmente distrutta tra il 1910 ed il 1922 quando il terreno della zona venne utilizzato per prosciugare il lago di Licola; l’Acropoli. Nell’Eneide, il poeta latino Virgilio, narra che proprio nell’Acropoli cumana, Enea si fermò per visitare il tempio di Apollo, costruito da una delle menti più brillanti del mondo greco conosciuto. Inventore, architetto, ingegnere; Dedalo nacque ad Atene, figlio di Metione e discendente di Eretteo (Re di Atene). Il mito narra che, dopo aver ucciso suo nipote Talo spingendolo giù da una rupe, si rifugiò a Creta, presso la residenza del re Minosse. Sull’isola conobbe Naucrate, schiava del re cretese, dalla cui unione nacque Icaro. Sull’isola greca costruì numerosi edifici ed il famoso labirinto, originariamente ideato per rinchiudervi Asterio, il minotauro nato dal legame tra la regina Pasifae ed il Toro di Creta (mostro mitologico incontrato anche nelle dodici fatiche di Eracle).

 

IL MITO – La leggenda narra che Dedalo fu rinchiuso nel labirinto insieme a suo figlio Icaro per aver aiutato Teseo, re di Atene innamorato della figlia del re Minosse, che si offrì volontario per entrare nel labirinto ed uccidere il mostro. Qui Dedalo, con l’aiuto delle sue conoscenze tecniche e del suo raro ingegno, costruì delle ali con delle piume di uccelli tenute insieme con della cera, per fuggire via dal labirinto con suo figlio. La storia, da qui in poi, la conosciamo tutti, in gran parte. Dedalo e suo figlio Icaro volarono insieme sfuggendo così alla reclusione, ma nonostante le raccomandazioni, Icaro si avvicinò così tanto al sole che la cera che teneva insieme le ali ed il suo corpo si disciolse; provocando la sua morte. Ma da qui in poi? Cosa narra la seconda parte del mito? E, soprattutto, cosa c’entra Cuma con tutto questo? Dedalo, distrutto, continuò il suo viaggio, fino ad atterrare in Campania, proprio nella piccola Kýmē, dove, in memoria del figlio perito lungo il cammino, edificò un Tempio. La sua identificazione fu fatta nel 1912, al suo rinvenimento, in base ad una iscrizione con dedica ad Apollo Cumano. All’ingresso della terrazza è una lapide con i versi del Libro VI dell’Eneide relativi alla leggenda di Dedalo ed Icaro. L’edificio si sovrappone ad un tempio più antico, periptero in stile ionico, di età greca o del primo periodo sannitico, su basso podio orientato Nord-Sud, di cui rimangono tracce nei blocchi di tufo alla base. Cuma, un gioiello che tutti, fino ai confini del mondo, ci invidiavano per tutta la sua storia, le sue spiagge dorate, l’acqua cristallina, la florida e singolare vegetazione; e dove ora, a pochi metri da tutto questo, sorge un depuratore malfunzionante, una discarica a cielo aperto, strade dissestate da ricostruire ed un patrimonio storico, artistico e culturale da rivalorizzare.