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ESCLUSIVA/ Pozzuoli, parla il boss pentito Antonio Ferro: il clan, gli incontri e la paura del mercato ittico

ESCLUSIVA/ Pozzuoli, parla il boss pentito Antonio Ferro: il clan, gli incontri e la paura del mercato ittico
  • Pubblicato23 Aprile 2018
Antonio Ferro

POZZUOLI – La nascita del clan Ferro e la “benedizione” ricevuta dal RAS di Quarto per comandare a Pozzuoli. Gli agguati, le gambizzazioni, le estorsioni, lo spaccio di droga, l’organizzazione di un clan che aveva arruolato perfino un addetto “a fermare i cantieri” quando gli imprenditori non pagavano il pizzo, ma che aveva timore di mettere le mani sul mercato ittico di Pozzuoli. E poi gli incontri con boss e latitanti nei pressi della Montagna Spaccata, a casa di un amico, e nei covi maranesi di Gaetano Beneduce e Nicola Palumbo. Il boss pentito Antonio Ferro racconta i fatti del clan e la scalata ai vertici della camorra flegrea. «Dopo gli arresti del 2010, mio fratello Andrea decise che bisognava organizzare un gruppo nostro per evitare che Pozzuoli finisse in mano ad altri clan e per mantenere i detenuti. Fu organizzato un incontro a Quarto, con parecchie persone, tutte scelte e convocate da mio fratello Andrea». 

Andrea Ferro

IL BATTESIMO – Insieme ad Antonio Ferro e al fratello Andrea al nuovo clan, nato dopo la maxi operazione “Penelope”, aderirono vecchi e nuovi volti della malavita flegrea. Il pentito racconta del summit che sancì la nascita del clan Ferro e i successivi incontri con i “maranesi”, su tutti Salvatore Liccardi detto “Pataniello”, Roberto Perrone e Salvatore Cammarota «Oltre me c’erano Alessandro Iannone che in quel periodo era latitante, Diego Scognamiglio, Paoletto Cozzolino….e se non sbaglio Raffaele Giogli…In quella riunione ribadimmo la necessità che su Pozzuoli dovevamo stare noi e ci dovevamo rendere più operativi. Dopo la riunione ci recammo –più o meno le stesse persone che stavamo alla riunione- da Pataniello…riferimmo a Pataniello che da quel momento su Pozzuoli c’eravamo noi e tale circostanza fu poi ribadita anche in successive riunioni con esponenti maranesi, e in particolare con Perrone Roberto e Cammarota Salvatore»

Savio Ferro

L’EREDITA’ DELLO ZIO – Un’eredità che Antonio e Andrea, figli del boss Rosario Ferro detto “Capatosta”, ammazzato nel 1998, avevano raccolto dallo zio Salvatore Ferro detto “Savio”.«Prima degli arresti del 2010, mi occupavo prevalentemente della Pesca Gel, ma già da tempo ero inserito nel clan, occupandomi principalmente di droga, anche se non con ruoli apicali. Mio referente principale era Savio Ferro, che dopo l’arresto di mio zio Gaetano Beneduce, credo nel 2008, 2009, era a capo del clan, in particolare della fazione di mio zio Gaetano, insieme a Lello ‘o Pollo».

LA “PAURA” DEL MERCATO – Un clan che si è macchiato di numerose estorsioni ai danni di piccoli e grandi imprenditori, commercianti e perfino parcheggiatori abusivi ma che aveva paura di mettere le mani sul mercato Ittico di Pozzuoli, memore degli arresti del 2003 «…Il gruppo si occupava di estorsioni ai commercianti, ai fornitori di videopoker, di droga, del controllo dei parcheggi abusivi, e dei mercatini. -racconta il pentito- Non ci occupammo invece, del mercato del pesce perché ancora scottati dagli arresti del 2003 e perché all’interno del mercato c’erano anche amici miei…»