Close
Primo Piano

ESCLUSIVA/ Pozzuoli: condannato per usura cambia cognome

ESCLUSIVA/ Pozzuoli: condannato per usura cambia cognome
  • Pubblicato6 Ottobre 2017

POZZUOLI – Sulla sua testa pende una condanna a 4 anni e 4 mesi di carcere dopo una sentenza della Corte d’Appello che lo ha riconosciuto colpevole del reato di usura. Insieme a lui all’alba del 19 novembre del 2013 furono arrestate altre 8 persone, tra cui il padre Silvio (attualmente detenuto e condannato a 9 anni e 8 mesi), la zia “Lady Usura” al secolo Vera De Mari (condannata a 9 anni e 8 mesi), una sorella, un cugino e un altro zio. Insomma la sua famiglia, il suo sangue e un cognome dal quale vuole prendere le distanze. E per fare ciò che Gustavo De Mari, 29 anni, ha avviato le pratiche per il cambio di cognome. Non vuole più chiamarsi De Mari.

CAMBIO COGNOME – «Non posso rinnegare l’appartenenza di sangue ma quel cognome di cui mi vergogno. Ho avviato le pratiche presso la Prefettura e sono in attesa di cambiarlo perchè questa situazione mi ha causato solo danni morali, fisici e lavorativi. Voglio distinguermi e prendere le distanze dalla mia famiglia perché negarla sarà l’ennesima mia vittoria». Gustavo De Mari da 4 anni grida la propria innocenza e la propria estraneità nei confronti di quella banda di usurai che assoggettava le vittime con minacce e violenze. Una gang dell’usura con organizzazione piramidale al cui vertice c’era Vera De Mari. Anni di strozzinaggio e prevaricazioni nei confronti di commercianti, famiglie in difficoltà e disoccupati. Prestiti con tassi di interesse che sfioravano il 100% e una ferocia espressa anche con le parole, come nell’occasione delle minacce che Lady Usura fece nei confronti di una vittima che le doveva 1260 euro. Parole che non risparmiarono nemmeno i carabinieri definiti dalla strozzina “bastardi”.

L’ATTESA – Dopo l’operazione dei carabinieri, che eseguirono 9 ordinanze di custodia cautelare per “associazione semplice finalizzata ad estorsione e usura aggravata dal metodo mafioso”, Gustavo De Mari finì ai domiciliari. Poi nel 2015 arrivò l’assoluzione in primo grado, sentenza poi ribaltata dalla Corte d’Appello che lo scorso anno ha inflitto al 29enne la pena di 4 anni e 4 mesi. Ora resta la Corte di Cassazione e una sentenza attesa per novembre che metterà la parola fine alla vicenda e stabilirà se Gustavo De Mari è innocente o colpevole.