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BACOLI/ Spiagge libere, il Comandante della Guardia Costiera di Baia: «Problematiche comuni alla maggior parte dei litorali italiani»

BACOLI/ Spiagge libere, il Comandante della Guardia Costiera di Baia: «Problematiche comuni alla maggior parte dei litorali italiani»
  • Pubblicato28 Luglio 2013
Il comandante della Capitaneria di Porto di Baia Antonio Visone

BACOLI – Nel walzer di interventi, botte e risposte e spiegazioni, susseguitesi nelle ultime due settimane tra associazioni, istituzioni e attività balneari di Bacoli sulla situazione dei litorali locali, l’ultima parola viene dagli uomini della Guardia Costiera. Il Comandante Visone e il Maresciallo Carputo, responsabili della Capitaneria di Porto di Baia, affermano che “molte delle problematiche legate alla diminuzione di spiagge libere sono comuni alla maggior parte dei litorali dell’intero territorio italiano e che, nella difficile situazione attuale, la strada più efficace è sempre una buona organizzazione”.

 

I REATI – maggiormente riscontrati durante il periodo estivo, racconta il Maresciallo Carputo, sono quelli riferiti ad abusi demaniali legati, per lo più, ad occupazioni “sine titulo”. «Solo sul litorale di Miseno, ad esempio, ci sono privati che, con i controlli fatti, possono usare ormai il 50% delle loro concessioni, e sono tanti i sequestri ai danni dei gestori per occupazione abusiva di spiagge libere o della battigia», dice il Comandante.

 

Gli uffici della Capitaneria di Porto di Baia

LE OCCUPAZIONI – D’altra parte il tema delle concessioni e dell’occupazione indebita del bagnasciuga da parte dei bagnanti o dei lidi è oggetto di scontro costante negli ultimi anni. Proprio nelle ultime settimane alcune associazioni hanno chiesto alle istituzioni la restituzione ai cittadini di quel cordone di spiaggia costituito da alcuni metri che correvano lungo i lidi militari e la battigia, e che venivano usati come spiaggia libera. Ma il Comandante spiega che quei metri in più, che i lidi militari sceglievano di non occupare, erano frutto sia dello zelo degli stabilimenti che tenevano la prima fila di ombrelloni dietro la linea dei 5 metri di battigia per facilitare gli interventi di soccorso, sia di una “concessione informale” di questi ultimi ai bagnanti. Insomma, tutti chiudevano un occhio, ma questo non vuol dire che l’uso a mò di spiaggia libera di quei tratti di arenile fosse lecito e comunque sarebbe stato possibile solo in base alle decisioni degli stessi presidi militari.

 

TRAPPOLA PER I COMUNI – Riguardo alle concessioni ai privati, anche il Comandante spiega che la “trappola” in cui i Comuni sono incappati in passato, nasce dall’ambiguità della normativa in molti punti cardine. Ma oltre alle attività di controllo in tal senso, gli uomini della Guardia Costiera hanno quelle di soccorso e controllo in mare, dove le segnalazioni e le contravvenzioni più frequenti in questo periodo riguardano soprattutto il mancato rispetto della distanza di navigazione dalla costa e l’ormeggio unità sotto costa; la mancanza di documenti di bordo o delle dotazioni di sicurezza previste dalla legge. Insomma una grossa mole di lavoro per l’organico della Capitaneria di Porto di Baia che conta appena dieci uomini. «Tuttavia il nostro dovere è quello di garantire al cittadino la sicurezza della balneazione e della navigazione, e noi tentiamo di farlo con il massimo impegno, cercando la collaborazione e il confronto costante con tutte le istituzioni e le parti sociali», conclude il Comandante Visone.

 

MANUELA L. CUCCURESE