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Bacoli, ha vinto lo Stato: abbattute le 2 abitazioni abusive. Ma in 14 rimangono senza una casa – LE FOTO

Bacoli, ha vinto lo Stato: abbattute le 2 abitazioni abusive. Ma in 14 rimangono senza una casa – LE FOTO
  • Pubblicato21 Dicembre 2011
La ruspa mentre abbatte l'abitazione dei Cardamuro

BACOLI –  «Ha vinto lo stato, mi vergogno di essere italiano». Parole pronunciate da Raffaele Cardamuro mentre una ruspa sta abbattendo la sua villetta. La fine è giunta ieri, dopo 5 giorni che hanno visto Bacoli epicentro di una battaglia nella quale si sono contrapposti lo Stato e i suoi cittadini. Le abitazioni abusive costruite dalle famiglie Cardamuro e Carannante sono state abbattute dopo la guerriglia di venerdì mattina, i blocchi stradali, le manifestazioni e la fiaccolata di lunedì sera che ha portato in strada migliaia di persone per dire “no” a un’ingiunzione di abbattimento emessa dallo Stato attraverso la Procura Generale.

IL BLITZ – Mentre a Bacoli la gente ritornava nelle proprie abitazioni con ancora negli occhi le luci delle migliaia di fiaccole che erano state accese in segno di solidarietà nei confronti delle famiglie Cardamuro e Carannante, a Pozzuoli le forze dell’ordine di radunavano. Dopo mezzanotte un lungo serpentone di mezzi blindati di carabinieri e polizia si muoveva alla volta di Torregaveta e Fusaro: in tutto circa 500 uomini. Una forza massiccia che in pochi secondi sbaragliava letteralmente la “resistenza” di poche decine di persone che solidali con gli abusivi, dopo essere stati svegliati nel sonno si precipitavano in strada. Nel frattempo i fratelli Cardamuro come nei giorni scorsi si barricavano in casa. Il contingente di forze dell’ordine si divideva in due tronconi: il primo composto da circa 200 poliziotti si dirigeva proprio verso l’abitazione dei Cardamuro in via Papinio Stazio chiudendo ogni varco. Contemporaneamente almeno 300 tra carabinieri e poliziotti circondavano l’abitazione dei Carannante in via Apicio chiudendo anche la principale via Giulio Cesare.

Una parte di abitazione demolita

STATO DI FERMO –  Urla, grida, imprecazioni che non sortivano alcun effetto: a quel punto con le forze dell’ordine schierate davanti alle abitazione era impossibile per i manifestanti  formare alcuna “barriera umana”. Intanto i fratelli Cardamuro, che avevano cercato di opporre un’ultima strenua resistenza per evitare l’abbattimento della propria casa, venivano  bloccati dai poliziotti e trattenuti in commissariato in stato di fermo per alcune ore per poi essere rilasciati solo nel tardo pomeriggio di ieri.

ABBATTIMENTI –  Erano le 3 di notte quando iniziavano le operazioni. Ma non mancavano forti momenti di tensione tra un gruppo di manifestanti e la polizia quando gli operai, incaricati di eseguire il provvedimento di abbattimento iniziavano a  staccare le utenze e rimuovere infissi e porte. Successivamente entravano in azione le ruspe.  Si procedeva prima con la parte di abitazione di Raffaele Cardamuro in quanto nella casa adiacente, quella del fratello Pasquale, si trovava ancora a letto la figlia 17enne Jessica, disabile alla quale si dava la possibilità di rimanere in casa fino alle 8. Intanto dall’altra parte lo stesso lavoro veniva fatto per l’abitazione dei Carannante.

La ruspa lascia Torregaveta

CASE RASE AL SUOLO –  Operazioni che  proseguivano fino all’imbrunire quando la villetta dei Cardamuro è stata completamente rasa al suolo, mentre della struttura della famiglia Carannate rimane ancora da abbattere il tetto. Qui le operazioni sono state fermate perchè si è scoperta la presenza di amianto. Sarà necessario l’intervento di una ditta specializzata per rimuovere i materiali speciali e pericolosi individuati. La struttura è stata smantellata nelle sue parti essenziali e sono rimasti in piedi solo i pilastri che reggono il solaio di copertura. Le operazioni saranno completate nei prossimi giorni con la rimozione dei materiali edili ammassati negli spazi adiacenti.  Le tre famiglie, in tutto 14 persone compresa la ragazza diversamente abile della famiglia Caradamuro, al momento hanno trovato ospitalità presso parenti, avendo rifiutato la soluzione abitativa presso il “Lido Giardino” di Lucrino offerta dal comune di Bacoli.

GENNARO DEL GIUDICE
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FOTO
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