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BACOLI/ A Miseno l’ultimo rifugio di Luigi Felaco. Nel 2009 il latitante sparò contro l’auto della moglie

BACOLI/ A Miseno l’ultimo rifugio di Luigi Felaco. Nel 2009 il latitante sparò contro l’auto della moglie
  • Pubblicato22 Aprile 2012
Il veliero di Luigi Felaco nel porticciolo di Miseno

BACOLI –  E’ in attesa di estradizione Luigi Felaco, il 39enne figlio di Giuseppe, RAS del clan Polverino di Marano, arrestato venerdì pomeriggio dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli. Dalle attività investigative è emerso che Felaco aveva il delicato compito di reimpiegare ed investire in Spagna, in particolare nell’edilizia e nell’immobiliare, gli ingenti capitali ricavati dalle attività illecite del clan, in particolare traffico di stupefacenti ed estorsioni. Reati quindi commessi in territorio spagnolo dove nei prossimi giorni sarà estradato.

LATITANTE DA 6 MESI –  L’uomo, latitante dal 20 ottobre del 201, era destinatario di un mandato di arresto europeo emesso dall’autorità spagnola, per associazione mafiosa e riciclaggio. I militari dell’Arma l’hanno “stanato” mentre era a bordo di un veliero bialbero di 18 metri, intestato ad un suo prestanome, ormeggiato nel porticciolo  della spiaggetta di “San Sossio” a Miseno, località balneare di Bacoli, intento ad eseguire lavori di manutenzione al natante insieme a 4 ignari operai. Ad attenderlo militari in borghese, appostati nei pressi del pontile. Si ritiene abbia trascorso il periodo alla macchia tra Tenerife e Italia, ove è giunto a bordo dell’imbarcazione prima delle festività di Pasqua e tra pochi giorni sarebbe ripartito alla volta della Spagna. Luigi Felaco, figlio di Giuseppe detto “Peppe Nazzaro” arrestato il 20 ottobre del 2011 e morto per cause naturali appena 11 giorni dopo all’età di 57 anni era ache nipote di Angelo Nuvoletta.

Luigi Felaco

SPARI CONTRO LA MOGLIE –  Luigi quindi svolgeva la stessa “attività” del padre, che consisteva nel raccogliere i proventi delle attività illecite in Italia per poi reinvestirle in Spagna. Infatti, dalle indagini  svolte dagli inquirenti emerse che Giuseppe Felaco era un boss del clan Polverino di Marano con il compito di reimpiegare e reinvestire, in particolare nell’attività edilizia, gli ingenti capitali derivanti dallo svolgimento delle illecite attività del clan, in particolare traffico di stupefacenti, armi ed estorsioni.  finì in manette nel febbraio del 2009 dopo aver picchiato la moglie e sparato nella sua auto. L’episodio avvenne a Marano dove l’allora 37enne di ritorno da lavoro litigò con la moglie per futili motivi. Una storia travagliata tra i due che si concluse con la fuga della donna che, stanca delle violenza da parte del marito, si rifugiò a casa del cognato. A quel punto Felaco, in preda ad un raptus di follia scaricò la propria rabbia contro l’auto della donna, esplodendo diversi colpi di pistola. Arma che il figlio del RAS non fece trovare ai Carabinieri, ai quali negò perfino l’accaduto. Ma nonostante ciò l’uomo fu incastrato dalla prova dello stube e dal racconto dei testimoni.

GENNARO DEL GIUDICE