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AMICI ANIMALI/ Un invertebrato super intelligente: il polpo

AMICI ANIMALI/ Un invertebrato super intelligente: il polpo
  • Pubblicato23 Novembre 2015
Un'immagine molto cruda che ha suscitato un'accesa diatriba in un noto gruppo facebook
Un’immagine molto cruda che ha suscitato un’accesa diatriba in un noto gruppo facebook

AMICI ANIMALI – In un popolare gruppo Facebook dedicato a Napoli, che conta all’attivo quasi trentamila membri, tra le foto contemplative della nostra città è comparsa anche un’altra immagine che ha riscosso successi quanto obiezioni: la foto di un polpo squartato vivo, al mercato del pesce, davanti alla folla.

SCELTE ALIMENTATI – Per quanto sia comprensibile che ognuno faccia le scelte alimentari che preferisce è sempre bene tenere presente che non tutti hanno la stessa sensibilità, non tutti sono d’accordo con certe pratiche (evitabili) e che è comunque un po’ sadico gioire della sofferenza e della morte di un animale, fosse anche che muoia per nutrirci. Sarebbe forse “troppo” chiedere, nel momento della sua morte, un minimo di rispetto e, perchè no, di riconoscenza? E’ forse strano domandarsi cosa c’è di così bello in una foto come questa tanto da sfoggiarla in un gruppo facebook con tanto di commenti anti-moralisti? Nel corso dei millenni le intelligenze di molte specie animali si sono evolute separatamente, prendendo cammini differenti: tra di esse c’è anche quella dell’uomo,  superiore per certi versi  e inferiore per altri a tante altre. Ma è proprio questa superiorità che dovrebbe renderci meno triviali e più profondi, se ci si pensa.

Mavis, la "signora polpo" del Sea Life Centre di Weymouth, Gran Bretagna, che "gioca" con il cubo di Rubik
Mavis, la “signora polpo” del Sea Life Centre di Weymouth, Gran Bretagna, che “gioca” con il cubo di Rubik

BRACCIA “INTELLIGENTI” – Tra gli invertebrati, il polpo è sicuramente quello più intelligente. Possiede moltissimi neuroni (sei volte quelli del topo), il sistema nervoso più sviluppato di questa grande famiglia e persino un genoma più ampio di quello umano, con geni codificanti in quantità superiore! La maggior parte dei neuroni, poi, sono collegati direttamente ai tentacoli (che in realtà potrebbero essere visti come due “zampe” e sei “braccia” poiché con quasi tutti i tentacoli è capace di manipolare oggetti e pare che si dedichi soltanto con due di essi esclusivamente al movimento) per cui se uno di essi viene reciso conserva la capacità cognitiva di riconoscere il corpo ancora come “parte di sé”. In più i polpi pare abbiano anche un “davanti” e un “dietro” poichè hanno occhi che consentono loro di vedere più o meno come vediamo noi ed anche di scegliere se usare le “braccia” destre o sinistre. Sono stati condotti numerosissimi studi sulle capacità cognitive di questi animali, i cui risultati hanno spesso lasciato sbalorditi sia gli studiosi che gli interessati.

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COME UN MAMMIFERO – Polpi capaci di apprendere da altri polpi già addestrati, con una qualità di “apprendimento per associazione” da altri della propria specie che era stata osservata solo in alcuni mammiferi; polpi capaci di riconoscere palline colorate, di aprire barattoli chiusi per scovare piccole prede all’interno, polpi persino abili nel giocare al “cubo di Rubik” come Mavis, la piovra gigante del pacifico tenuta in una vasca di un centro di ricerca marina del Weymouth Sea  Life Centre in Gran Bretagna. Questi particolarissimi animali hanno tre cuori, una bocca con un becco duro, ad hoc per la necessità di nutrirsi di crostacei e frutti di mare, e un sistema di difesa potente generato dalla presenza del famigerato inchiostro che, pare, sia capace non soltanto di confondere i predatori ma anche di danneggiarli fisicamente (con irritazioni e difficoltà visive e inibizione del gusto e dell’olfatto). Sono capaci di mimetizzarsi e, attraverso il cambiamento dei colori, di comunicare tra loro, e persino di scappare dai moli o dalle barche poco dopo essere stati catturati dai pescatori. Sono animali degni di un gran senso di stupore perché più li si studia e più riescono a rivelarci moltissimi dei loro segreti. Purtroppo le aspettative di vita sono piuttosto brevi e vanno da un anno e mezzo massimo per le specie comuni fino ai cinque o sei anni per le piovre giganti. I tentacoli possono arrivare a un metro di lunghezza e i maschi sono in genere più grossi delle femmine.

IL SACRIFICIO DEI GENITORI – Osservando questi invertebrati si è scoperto che l’accoppiamento (che avviene con il rilascio di “pacchetti” di sperma che raggiungeranno poi, attraverso un “braccio modificato”, la cavità ad hoc della femmina per la copula), in genere, coincide con la morte di entrambi i genitori. I maschi muoiono dopo poco, vagando qui e là senza una precisa meta, mentre le femmine smettono di nutrirsi per tutta la durata (anche due mesi) di tempo per la schiusa, diminuendo gran parte del loro peso e morendo subito dopo aver adempiuto al compito di “guardiane” delle uova.

IN CATTIVITA’ – La piovra Mavis, comunque, per chi se lo chiedesse, non subisce nessun tipo di maltrattamento o esperimento se non la cattività a scopo osservativo. Potrà sembrare crudele ma in realtà animali nati e/o cresciuti in cattività avrebbero problemi a tornare in natura, poichè diventano dipendenti dalle cure dell’uomo e incapaci di provvedere a se stessi o di difendersi dai pericoli costituiti, ad esempio, da altri predatori o dalle insidie che la libertà è capace di presentare. Tra l’altro molte specie in pericolo di estinzione sono state salvate proprio grazie alla cattività e agli accoppiamenti controllati e “curati” dall’uomo, per cui è sempre bene vedere le cose sotto la giusta prospettiva e nella propria specificità.

CURIOSITA’ – I polpi sono creature antichissime, il più antico fossile conosciuto ha 296 milioni di anni e, mentre sulla Terra si diffondevano rettili antecedenti ai dinosauri, i suoi antenati erano già molto simili ai polpi odierni. Hanno sangue blu perchè possiedono una proteina in grado di trasportare ossigeno in tutto il corpo (che “ossida” a contatto con l’aria). In Giappone questi animali sono un alimento molto richiesto, tanto da assottigliarne la presenza nei mari, che ne sono sempre più privi, esattamente come sta accadendo anche in Africa. L’avidità umana, purtroppo, la si “paga” sempre in molti campi. Il più antico fossile di polpo conosciuto, un esemplare del genere Pohlsepia conservato al Field Museum di Chicago, ha 296 milioni di anni. Visse e nuotò nel periodo Carbonifero e, mentre sulla Terra si diffondevano i primi rettili precedenti ai dinosauri, questa creatura acquatica aveva già sviluppato una forma simile a quella che vediamo ancora oggi.