Close
Cronaca Primo Piano

Estorsione e falsi incidenti: arrestato avvocato di Pozzuoli

Estorsione e falsi incidenti: arrestato avvocato di Pozzuoli
  • Pubblicato8 Aprile 2017

POZZUOLI – Una storia di estorsione, usura e falsi incidenti stradali che coinvolge un avvocato di Pozzuoli. Un’indagine partita dal quartiere di Monterusciello e terminata con l’arresto del 35enne legale accusato di estorsione e concorso in usura. Con lui nei guai è finito anche il suo “factotum”, un 55enne di Pozzuoli. I due sono stati arrestati dai finanzieri del Gruppo Pozzuoli agli ordini del maggiore Michelangelo Tolino. L’arresto dell’avvocato è avvenuto davanti a decine di persone. Il professionista è stato prelevato alle 16 dal proprio ufficio da 7 finanzieri e condotto in caserma. Ma veniamo ai motivi che hanno portato all’arresto.

LE ACCUSE – L’inchiesta, come dicevamo, è partita dal quartiere dove vive la vittima. Si tratta di un puteolano che trovatosi in grosse difficoltà economiche aveva chiesto e ottenuto un prestito di poche centinaia di euro da un pregiudicato di Giugliano, già arrestato in passato per estorsione. Somma che l’uomo in pochi giorni era riuscito a recuperare confidando di poter liquidare colui che da lì a poco si rivelerà il suo strozzino. Al giorno pattuito per la restituzione del denaro anziché estinguere il debito lo strozzino chiedeva alla vittima oltre il doppio della cifra ovvero una somma con interessi che raggiungevano il 150%. Ed è qui che -stando all’inchiesta delle Fiamme Gialle- entravano in gioco l’avvocato e il suo factotum.

IL FALSO INCIDENTE – Alla vittima veniva proposta un’alternativa: pagare gli interessi attraverso una “falsa lettera” ovvero accettare il coinvolgimento in un falso incidente stradale e quando l’assicurazione che copriva l’auto della vittima avrebbe coperto il sinistro i soldi sarebbero dovuti andare nelle mani dei tre: lo strozzino, l’avvocato e il factotum. E proprio l’avvocato, insieme al suo uomo, avrebbe più volte fatto pressione sulla vittima affinché accettasse di firmare la falsa lettera. Un “disegno” a cui hanno messo fine i finanzieri che hanno arrestato i tre, finiti poi ai domiciliari.